Saggistica del calcio

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Sport più popolare in molti Paesi del mondo, il calcio è sempre andato di pari passo con la letteratura, e da qui con la saggistica. Com’è facilmente prevedibile, è stato soprattutto il Sudamerica, insieme alla penisola iberica, a parlare di calcio: Soriano, Bolaño, Marias, Manuel Vázquez Montalbán hanno tutti scritto «di pallone». La saggistica del calcio ha prodotto comunque risultati eccellenti: in Italia ha raggiunto l’eccellenza soprattutto Gianni Brera, che ha portato il giornalismo sportivo italiano a un’altezza, nei fatti, letteraria grazie al suo uso dello stile e della lingua inedito, all’epoca, per il mondo del calcio. Fra le opere di Brera riconducibili a saggi sportici ci sono Il mestiere del calciatore, Herrera, I campioni vi insegnano il calcio, Il calcio azzurro ai mondiali. Storia dell’evoluzione tecnico-tattica del gioco più bello del mondo da Montevideo 1930 a Monaco 1974 con l’Italia grande protagonista, Storia critica del calcio italiano, Forza azzurri. Un trentennio di memorabili partite della Nazionale, I miei mondiali e tanti altri. Ma la saggistica del calcio ha portato anche a risultati molto bizzarri, come il celebre La tribù del calcio dello zoologo ed etologo inglese Desmond Morris, che ha cercato di spiegare da un punto di vista sociologico le dinamiche delle tifoserie sportive, soprattutto inglesi, illustrandone la natura di gruppo strutturato con propri riti e celebrazioni collettive. Tra i testi più moderni, How soccer explains the world: an unlikely theory of globalization di Franklin Safran Foer, fratello di Jonathan, l’autore di Molto forte, incredibilmente vicino e Ogni cosa è illuminata. Al giorno d’oggi molti giornalisti si cimentano sulla «forma lunga» del libro dedicando un saggio a un particolare aspetto del calcio (fra i soggetti più gettonati, il tiki-taka di Guardiola) o a uno dei suoi protagonisti più in vista, da Messi a Cristiano Ronaldo.