Storia della clessidra nell’antichità

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La clessidra è uno strumento utilizzato fin dall’antichità per la misurazione del tempo. E’ composta da due bulbi di vetro e uno stretto foro nella parte centrale, da cui defluisce acqua o sabbia molto fine. Il tempo viene misurato dal flusso costante di questi elementi che dal bulbo superiore “scorrono” in quello inferiore. Naturalmente la misurazione del tempo non è molto accurata, ma la clessidra è stata il primo strumento utilizzato a questo scopo, escludendo l’osservazione del cielo e dei suoi  corpi celesti.Una delle più antiche clessidre è stata trovata nella tomba di un faraone egizio del XV secolo a.C. Mentre l’uso della clessidra in Grecia risale al 325 a.C. I greci apportarono miglioramenti allo strumento, raggiungendo buoni livelli di precisione. Ne sono state ritrovate di diversi tipi, in varie fatture e forme. La clessidra era utilizzata principalmente durante le ore notturne, mentre di giorno erano preferite le meridiane.Dal III secolo a.C. la clessidra divenne un più complesso orologio ad acqua. Poco per volta furono fatte delle migliorie per rendere la misurazione del tempo sempre più precisa. Alcuni personaggi, come il famoso Archimede, progettarono orologi ad acqua in grado di emettere suoni al passare delle ore, aprire finestrelle che mostravano immagini o che degli indicatori dell’ora.Nella prima metà del I secolo a.C., un astronomo della Macedonia, Andronico di Cirro, costruì il famoso Horologion, chiamato più comunemente Torre dei Venti, ad Atene. Si trattava di una torre di forma ottagonale con una meridiana e con una clessidra capace di misurare le ventiquattro ore, i periodi astrologici, le stagioni dell’anno e la direzione dei venti. Anche in estremo Oriente, nell’antichità furono costruiti orologi meccanici astronomici.Tra il 27 e il 23 a.C., lo scienziato romano Vitruvio  fece uno studio sulla misurazione del tempo, riportando nella sua opera tutta la conoscenza dell’epoca. Le clessidre sono state utilizzate in nord Africa fino al XX secolo.