Le carrozze ferroviarie in Italia agli inizi del ‘900

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Le carrozze ferroviarie sono i vagoni adibiti al trasporto delle persone su un treno e, a differenza dei carri merce, hanno subito una vivace evoluzione nella storia delle ferrovie grazie soprattutto all’aumento del comfort reso possibile dalla tecnologia. Tra i servizi forniti si possono annoverare toilette, impianti di riscaldamento e condizionamento dell’aria, strutture particolari per le esigenze dei disabili come pianali ribassati e così via).La divisione in classi (in origine tre) è vecchia quanto la nascita delle carrozze stesse. In Italia le prime vennero costruite a metà del diciannovesimo secolo, in legno con rinforzi in acciaio, in grado di trasportare poco più di venti persone in prima classe o una cinquantina in terza. Per il fermodellista interessato ai materiali costruttivi, è interessante rilevare come i primi modelli furono caratterizzati dall’uso di un materiale estremamente lussuoso, il legno di teak, che venne poi sostituito dalla quercia e dal rovere, con la diffusione di massa del trasporto ferroviario. Il sistema di frenatura, in origine manuale, divenne poi pneumatico nei primi anni del 1900.Col passare degli anni si cominciarono a costruire telai metallici, ancora rivestiti in legno, e carrozze con coperture esterne in lamiera, che permettevano di resistere meglio agli elementi atmosferici e all’usura. Inoltre con la progressiva diffusione di acciaio economico e di qualità alle classiche ruote su asse vennero sostituiti i carrelli, con grande miglioramento per il comfort dei passeggeri soprattutto in curva (le ruote “fisse” infatti non avevano la flessibilità dei diversi gruppi di ruote imperniati liberamente).Agli inizi del ventesimo secolo le carrozze delle ferrovie italiane per il trasporto delle persone ammontavano a circa settemila unità, ma come per i carri merci si trattava in gran parte di vagoni di concezione ancora arcaica, superati dai modelli diffusi in altre parti d’Europa e negli Stati Uniti: ad esempio mancavano gli intercomunicanti, anche se la lunghezza dei vagoni ormai sfiorava quasi i venti metri.