Le carrozze ferroviarie in Italia durante il ‘900

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I due conflitti mondiali sconvolsero anche il mondo della ferrovia: questa forma di trasporto, che continuava a evolvere con tecnologie avanzate e picchi di velocità sempre più elevati, non poteva non essere utilizzata in massa dai governi dei vari Stati per il trasporto di truppe e materiale bellico. L’Italia, però, soffriva di un profondo gap tecnologico e così durante la prima guerra mondiale il nostro esercito dovette assistere alle performance piuttosto scarse del nostro materiale ferroviario. Tanto che una volta conclusa la guerra, questa situazione portò allo sviluppo di un’estensiva strategia di ringiovanimento delle macchine.Il metallo si affermò definitivamente a discapito del legno, grazie a casse realizzate con pannelli di lamiera che venivano assemblati tramite chiodatura. Il balzo in avanti fu enorme: si guadagnarono quasi quattro metri in lunghezza ma questo non si tradusse in un parallelo aumento del peso. Infatti ogni vagone risultò pesante solo una quarantina di tonnellate, non troppo lontano dal peso delle carrozze odierne e addirittura minore dei modelli precedenti realizzati per gran parte in legno. Inoltre in velocità si poteva raggiungere i 100 chilometri orari.Durante il Fascismo si passò dalla chiodatura dei pannelli di lamiera alla saldatura e da un punto di vista estetico si ebbe una delle grandi rivoluzioni per l’occhio del fermodellista: si cominciarono a costruire treni con carrozze uniformi, in modo da dare una stessa linea a tutto il convoglio.Il grande rinnovo del parco macchine delle ferrovie italiane avvenne dagli anni cinquanta in poi. Da una parte si verificò grazie all’adozione degli standard in termini di ingombro massimo, pesi, dimensioni e numero di carrelli, e dall’altra grazie all’impiego  di carrozze nuove realizzate in acciaio, del tutto saldate e a cassa portante, ossia senza telaio. Tra queste ultime si trovavano infatti quelle del Tipo Y e le UIC-X. Dal 1956, infine, venne abolita la terza classe, anche se molte carrozze di terza classe vennero ancora usate come carrozze di seconda.