Il ducato

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Il ducato è una delle monete più comuni della storia italiana, dalla sua prima apparizione all’inizio del tredicesimo secolo fino ai ducati austriaci del diciannovesimo secolo. Il ducato è legato soprattutto alla storia di Venezia, e con la complicità della natura della repubblica lagunare, attivissima nei commerci via nave e non solo, si è diffuso ben presto in tutta Europa. Il ducato originale veneziano, introdotto nel 1202 dal doge Enrico Dandolo, pesava 3,5 grammi di oro e in seguito assunse anche il nome di zecchino. Il suo valore corrispondeva a due lire veneziane e otto soldi. Il primo ducato aveva nel dritto il doge inginocchiato di fronte a San Marco, patrono di Venezia, e al verso Gesù Cristo con l’iscrizione «Sit tibi Christe datus quem tu regis iste ducatus», ovvero «Sia reso a te, Cristo, che reggi questo ducato»; secondo una teoria, la stessa iscrizione era già presente nelle monete ducali nel regno di Sicilia ai tempi di Ruggero II, ma non sono state trovate prove incontrovertibili. Il ducato si diffuse in fretta anche in Italia, nello Stato pontificio, a Milano, a Savoia, a Urbino.Quando la repubblica di Venezia passò all’Austria continuò a essere coniato da Francesco II (Francesco I d’Austria), con i tipi dei vecchi zecchini, mentre sotto Ferdinando I e Francesco Giuseppe vennero usati i tipi delle monete austriache: la testa dell’imperatore sul dritto e sul verso l’aquila bicipite coronata e lo scudo con lo stemma d’Austria sul petto. Il ducato fu anche la valuta ufficiale del Regno di Napoli e del Regno delle Due Sicilie fino all’Unità d’Italia; era diviso in 10 carlini e ogni carlino a sua volta era suddiviso in 10 grana; ogni grano era diviso in due tornesi e ogni tornese in sei cavalli.