Storia della stilografica

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La penna stilografica è universalmente considerata la soluzione più elegante e di prestigio per la scrittura a mano. Il suo ingegnoso sistema di funzionamento, che sfrutta i principi fisici della capillarità e della gravità per convogliare l’inchiostro dal serbatoio al pennino, ha una storia molto antica e risale ai secoli di massimo splendore della cultura araba.  Secondo la tradizione fu infatti l’Imam al-Mu’izz li-Din Allah a chiedere una penna in grado di non macchiare le mani dello scrivente e per lui venne appunto ideata una penna con serbatoio collegato direttamente al pennino.Accenni alla penna stilografica furono fatti anche dal grande Leonardo da Vinci che la ritrasse in alcuni disegni, come al solito talmente ben realizzati e dettagliati che è stato possibile usarli per progettare una penna moderna, perfettamente funzionante. Non manca chi sostiene che lo stesso Leonardo facesse uso di questa antica stilografica, a giudicare dal ductus del grande inventore e artista sui codici scritti di suo pugno e giunti fino a noi. La storia moderna della stilografica inizia però verso la fine del diciottesimo secolo e nei primi decenni del diciannovesimo, quando cominciò a diffondersi a macchia d’olio e numerosi brevetti la resero sempre più affidabile e all’avanguardia. Tra questi, l’introduzione del pennino dorato con punta di iridio, l’ebanite per il corpo, l’inchiostro a flusso libero. Rimanevano però dei problemi, legati in particolar modo alla difficoltà di trasmettere il flusso dal serbatoio al pennino con regolarità. Fu Lewis Edson Waterman, che ancora oggi dà il suo nome a una celebre marca di stilografica, a risolvere il problema con l’alimentatore multicanale. Nei decenni successivi si affermò il caricamento automatico e non più a contagocce; un altro modello che si affermò verso l’inizio del secolo fu il crescent filler, soppiantato poi dal caricamento a stantuffo realizzato dalla Pelikan e, infine, dalle cartucce.