L’orologio a cucù

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Il suo suono è inconfondibile: allo scatto dell’ora, il rumore della molla, la porticina che si apre e il caratteristico “cucù”. L’orologio a cucù è un classico dell’orologeria mitteleuropea ed è ancora oggi considerato una decorazione indispensabile in una baita di montagna o in una casa arredata in stile rustico. La forma tradizionale dell’orologio a cucù è quella di un piccolo chalet decorato con animali e foglie intagliate, a volte con risultati molto elaborati con complesse scenografie montane.Le origini di questo particolare oggetto vanno ricercate nel diciassettesimo secolo nella Foresta Nera. Già il grande studioso Athanasius Kircher descrive un organo meccanico con automi a forma di uccello. Intorno alla metà del 1700, in questa zona della Germania cominciò ad affermarsi la produzione in serie di cucù. Fra i più importanti orologiai specializzati spiccava Franz Ketterer, che ebbe l’idea di incorporare una particolare suoneria che imitasse il verso del cuculo: per farlo, usò due flauti molto piccoli in tonalità diverse che venivano suonati da due minuscoli mantici, come una sorta di organo a canne in miniatura. Ancora oggi questo è il metodo usato per le suonerie tradizionali, mentre i modelli più moderni impiegano suonerie di tipo elettrico. Nell’Ottocento si affermò un modello disegnato da Friedrich Eisenlohr, il cosiddetto “stile Bahnhäusle”, mentre i modelli a chalet si affermarono soprattutto in Svizzera e divennero in breve tempo un souvenir tipico e assai richiesto dell’arco alpino tedesco.In questi apparecchi è comune anche la presenza di musiche popolari e melodie tradizionali d’alta montagna. Oggi non è raro trovare nuove reinterpretazioni del classico orologio a cucù, con design semplificati e materiali moderni per adattarsi anche ad arredi più contemporanei. Di solito gli orologi a cucù hanno un meccanismo a pendolo, con i caratteristici contrappesi a forma di pigna, ma ne esistono anche modelli al quarzo.