I trattati di architettura nel Manierismo e nel Barocco

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Alla fine del Rinascimento si diffuse nell’arte una nuova corrente, il Manierismo, che preludeva al Barocco e traeva ispirazione dalla “maniera” dei grandi artisti come Leonardo da Vinci, Michelangelo e Buonarroti. Tra i più importanti teorici dell’architettura manierista vi furono Cesare Cesariano e Jacopo Barozzi da Vignola. Cesare Cesariano, oltre che pittore e architetto egli stesso, fu l’autore della prima edizione in italiano del De architectura di Vitruvio, pubblicata con il titolo Di Lucio Vitruvio Pollione de architectura libri dece traducti de latino in vulgare affigurati: commentati et con mirando ordine insigniti, con testo edito a Como nel 1521 in lingua volgare con un ampio commento e un ricco apparato iconografico.Jacopo Barozzi da Vignola fu un trattatista ancora più importante: fu lui a definire con grande chiarezza il concetto di ordine architettonico in un’opera giustamente celebre, la Regola delli Cinque Ordini d’Architettura. Nella Regola, praticamente non c’è testo che non sia costituito dalle note e dall’introduzione, oltre a un apparato iconografico assai ricco con 32 immagini dettagliate di colonnati, archi, piedistalli, capitelli e così via, eppure è stato uno dei testi d’architettura di maggior successo della storia. Gli esempi arrivano dal Pantheon (per l’ordine corinzio) e dal teatro di Marcello (per l’ordine dorico). Le edizioni successive alla prima arricchirono ulteriormente l’apparato. L’ispirazione arrivò, oltre che dal solito Vitruvio, anche da un testo di Sebastiano Serlio, le Regole generali d’architettura. Nel testo vengono affrontati i cinque ordini architettonici, tuscanico, dorico, ionico, corinzio e composito.Arrivato al 1700 era già stato ristampato 15 volte in italiano e tradotto in olandese, inglese, francese, tedesco, russo e spagnolo. Alla fine del ventesimo secolo erano state pubblicate oltre 250 edizioni del libro, che fu di fondamentale importanza ancora nell’Ottocento.