Le monete greche

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La monetazione greca è nata, nello studio della numismatica, dalla divisione che Joseph Eckel fece dal Gabinetto numismatico imperiale di Vienna alla fine del diciottesimo secolo. Vennero infatti creati due grandi gruppi, le monete romane e le monete greche, con quest’ultimo però ampio a sufficienza da comprendere anche le monete etrusche e fenicie.Le monete greche, intese in questo senso, possono essere divise in vari macro-gruppi a seconda del periodo in cui sono state forgiate. Si va pertanto dal periodo arcaico – con monete molto grezze, in sostanza gocce d’oro e d’argento con impresso su un marchio – fino al periodo classico e a quello ellenistico, con pezzi sempre più raffinati e belli a vedersi.Gli elementi decorativi tipici delle monete arcaiche sono la civetta – sacra ad Atena e diffusissima nelle monete ateniesi – e il ramoscello d’ulivo. La provenienza della moneta era infatti importante, fino a quando l’egemonia di Atene non si diffuse in tutto il mondo greco, con la diffusione parallella della moneta da quattro dracme o tetradramma. Per le monete d’oro, invece, il riferimento era lo statere, del peso di 8,7 grammi; l’obolo era il sottomultiplo della dracma, pari a un sesto del suo valore.Durante il periodo classico, la qualità tecnica e decorativa arrivò a livelli assai alti, e le monete di questi secoli sono caratterizzate dalla presenza di una divinità protettrice o di un eroe leggendario e di un simbolo per la città. Pregiatissimi per i collezionisti sono i decadrammi d’argento battuti a Siracusa, considerati tra le monete più belle della storia della numismatica.Durante il periodo ellenistico, infine, si cominciò a sentire l’influsso dei regni, anche extraeuropei, con cui il mondo greco era venuto a contatto, grazie anche alle conquiste di Alessandro Magno in Asia. Ne sono un esempio le monete greco-battriane e quelle indo-greche, caratterizzate da un elevatissimo grado di dettaglio e personalizzazione nei ritratti.