La collezione Salce

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La collezione Salce è un mito per qualsiasi collezionista di manifesti e locandine. Ferdinando Salce raccolse durante la sua vita ben 25.000 manifesti pubblicitari (per l’esattezza 24.580) lasciati poi in eredità allo Stato, e ora visibile presso i Musei civici di Treviso. Si tratta della maggiore collezione di manifesti in Italia e una delle più importanti in Europa, assemblata in sessant’anni di attività, fino al 1962, anno della morte di Salce che cominciò a collezionare gli esemplari dall’età di 17 anni.Il padre era un ricco commerciante e Salce, senza praticamente avere bisogno di lavorare vista l’organizzazione perfetta della ditta paterna, poté dedicarsi con rigore e applicazione insieme alla moglie Regina Gregorj (anch’ella di ricca famiglia) al collezionismo di manifesti. Negli anni stabilì relazioni e contatti con editori, tipografie, ditte, case d’aste, librerie (Wild e Tensi di Milano, Alessandro Marzi di Roma, Salomone di Roma, Chappuis di Bologna, Ricordi di Milano, Cassan di Tolosa, Hirth’s Verlag e Bruckmann di Monaco di Baviera) in modo da assicurarsi rarità e ultime uscite. La prima fase della sua collezione si articolò soprattutto nei manifesti artistici, dove cioè il valore estetico era quello predominante, per poi puntare anche su esemplari di interesse storico e politico, riuscendo a creare un’ampia rassegna della storia del costume italiano dal 1895 fino al 1962. La collezione Salce, per quanto nota ai collezionisti, non fu quasi esposta mentre il suo artefice era ancora in vita; a Treviso, città natale di Salce, venne esposta solo nel 1959 a Palazzo dei Trecento, per i 50 anni della sezione trevigiana del CAI. Del resto la collezione è talmente vasta che c’è materiale sufficiente per organizzare decine e decine di mostre dedicate a un solo tema e o un autore presente nella straordinaria raccolta.