Il beach volley

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Il beach volley trae la sua origine proprio sulle spiagge, dove si è affermato come passatempo prima di diventare una vera e propria disciplina professionistica e, infine, addirittura uno sport olimpico. Proprio le olimpiadi sono uno dei momenti di massimo successo del beach volley, con partite ad alta spettacolarità.Il beach volley è simile alla pallavolo, nel senso che lo scopo del gioco è mandare la palla sopra la rete e farla toccare terra nella metà campo avversaria, ma con alcune peculiarità rispetto al «fratello maggiore». Nel beach volley infatti le squadre sono composte da due coppie e hanno a disposizione tre tocchi compreso il tocco del muro. Il sistema di calcolo di punteggio è il Rally Point System, cioè senza vantaggi: chi vince lo scambio conquista un punto e se a ottenerlo è la squadra che difende, vince il servizio. Per vincere un set ci vogliono ventun punti, con un vantaggio minimo di due. In caso di parità dopo due set, il terzo si conclude ai quindici. Visto che i membri di ciascuna squadra sono soltanto due, non sono ammessi cambi; manca inoltre il fallo di posizione, e l´ordine di servizio prevede l´alternanza tra i due giocatori.Il campo regolamentare per il beach volley misura sedici metri per otto, rigorosamente coperto da sabbia fine; l´altezza della rete è come quella della pallavolo, 2,24 metri per le donne e 2,43 per gli uomini. Si gioca sempre a piedi nudi, con un pallone un po´ più grande di quello usato per la pallavolo.Una caratteristica del beach volley che si nota anche guardando le partite in televisione è quella dei segni da un compagno all´altro durante la fase di break: la disposizione delle dita permette infatti di segnalare se si intende effettuare un muro laterale, un muro diagonale, una finta a muro o l´intenzione di murare la palla.