C’era una volta in Italia, il cinema di Sergio Leone

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1412 0 C’ERA UNA VOLTA IN ITALIA. Il cinema di Sergio Leone

Sergio Leone, il cineasta visionario e innovativo, amatissimo dal pubblico di tutto il mondo, verrà ricordato al Museo Nazionale dei cinema di Torino alla Mole Antonelliana con una mostra dal 2 ottobre al 6 gennaio 2015, intitolata “C’era una volta in Italia… Il cinema di Sergio Leone”. La mostra rievocherà la straordinaria carriera dell’inventore del Far West europeo, attraversi immagini e oggetti selezionati da Sir Christopher Frayling (il massimo biografo del regista romano e curatore della mostra in collaborazione con Lorenzo Codelli) e una collezione di pellicole, inediti e fotografie della famiglia Leone, conservati e restaurati dalla Cineteca di Bologna che insieme al Museo del Cinema cura la mostra.Si potranno ammirare documenti, costumi, pistole, frammenti, testimonianze, rarità d’archivio, curiosità e al termine della mostra, nel mese di ottobre, verranno riproposti al Cinema Massimo tutti i film di Sergio Leone in versione restaurata (la mostra è stata annunciata proprio in occasione dell’uscita di Trilogia del Dollaro – “Per un pugno di dollari”, “Per qualche dollaro in più”, “Il buono, il brutto, il cattivo” – in versione restaurata a partire dallo scorso mese di giugno). La manifestazione vedrà anche la pubblicazione di un volume curato dalla Cineteca che spiegherà la collezione di Frayling.Nessuno in Italia ha avuto più influenza sulla produzione cinematografica mondiale di questo regista romano, Sergio Leone, che ha diretto solo 7 film (morì ad appena 60 anni il 30 aprile del 1989). Ha ricostruito un intero genere, il western, facendone tutt’altro, lo “spaghetti western”. Al contrario dei personaggi western del cinema americano, quelli di Leone presentano elementi di marcato realismo e verità, presentandosi in genere come antieroi, personaggi dalle personalità complesse, astuti e spesso senza alcuno scrupolo. Nei primi spaghetti western compare un giovanissimo Clint Eastwood, che rimase molto legato al regista (nel 1992 ne film “Gli spietati” di cui è regista e interprete inserì nei titoli di coda la dedica “A Sergio”).