Fotografia: le foto HDR

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Capita spesso che non si riesca a scattare una fotografia corretta in determinate condizioni di luce e in particolari situazioni del soggetto da immortalare, dando origine a fotografie troppo chiare o viceversa a fotografie troppo scure. Per ovviare a questo problema esiste una tecnica denominata HDR, cioè High Dynamic Range (Ampia Gamma Dinamica), il cui scopo è proprio quello di mediare le zone di luce e le zone scure mediando tra vari scatti multipli dello stesso soggetto compensando con le diverse esposizioni fino a ottenere un´immagine soddisfacente. Si tratta di un effetto ottenibile con particolari algoritmi che analizzano le fotografie e restituiscono un risultato mediano, dove i dettagli non vengono persi ma anzi esaltati dalla particolare tecnica. Le immagini HDR di norma hanno bisogno di un numero maggiore rispetto a quello solito di bit per colore, visto che vengono rappresentati moltissimi valori della luce visibile. Esistono vari algoritmi per le immagini HDR che danno risultati diversi, come Mantiuk ´06, Mantiuk ´08, Fattal, Drago, Durand, Reinhard ´02, Reinhard ´5, Ashikhmin, Pattanaik: ognuno di questi ha una diversa gestione dei contrasti e dei dettagli, dando origine a immagini di diverso spessore e interesse. L´HDR è diventato particolarmente popolare nell´utilizzo di tutti i giorni, dopo i suoi esordi nella computer grafica, grazie alla sua implementazione all´interno degli smartphone; infatti le fotocamere presenti su un telefono cellulare non consentono la vasta gamma di personalizzazioni e di configurazioni di una macchina fotografica professionale, dando così luogo a effetti poco piacevoli di scatti perennemente sovraesposti o sottoesposti. Impostando particolari algoritmi il software dello smartphone è però in grado di prendere le diverse immagini e mediarle fra di loro dando risultati che altrimenti non sarebbero pensabili. Naturalmente l´HDR va usato soprattutto per soggetti fissi, per le immagini in movimento si avrebbero infatti chiari “effetti fantasma”.