I mobili del barocco

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I mobili barocchi sono inconfondibili per il loro sfarzo, le forme elaborate e sinuose, i materiali di altissimo valore. In Italia l’arredamento in questo stile comincia a essere prodotto sul finire del Rinascimento, basandosi su concezioni e motivi nuovissimi rispetto all’eleganza classica e alla statuarietà portata dai valori dell’Umanesimo. Con il Barocco, le forme si arricchiscono (si veda un antesignano come il cosiddetto «armadio di Rubens») e le decorazioni diventano più complesse, soprattutto in sedie, tavoli e armadi. Chiara è la predilezione per linee curve e dorature, secondo principi che si riflettono anche nelle posate, negli argenti, nei soprammobili.I materiali più usati sono noce e radica di noce per le parti esterne, mentre negli interni la fanno da padrone pioppo, abete, castagno, olmo, rovere. Le decorazioni più comuni sono le foglie d’acanto arricciati in punta, pilastrini e colonne, cariatidi anche molto elaborate, bugne e formelle e grande lavoro di intaglio. I mobili più comuni sono, oltre a sedie, armadi e divani, canterani, cassettoni, consoles, poltrone, specchiere, letti con testiere finemente dipinte e decorate, cassapanche e credenze.Il Barocco italiano ebbe molto successo anche in Spagna, dove continuò a prosperare anche con dopo l’affermazione del barocco francese, cioè lo stile Luigi XIV. In genere, il barocco è uno stile dove il mobile non è mai concepito come una semplice opera a sé ma un elemento che si deve armonizzare con il suo contesto, altrettanto sfarzoso.Ulteriore evoluzione del barocco fu il Rococò, o stile Luigi XV, noto anche come stile Chippendale in Inghilterra, dove ebbe successo con applicazioni però molto più semplici e meno ricercate, soprattutto con motivi orientali. In qualunque altro stato d’Europa il Rococò è simbolo di sfarzo, di comodità, di nuovi mobili come il tavolo-scrittoio o il trumeau. I legni sono sovente incisi e intarsiati, e nel Rococò italiano più in voga, il Barocco veneziano, dominano soprattutto le lacche, i vetri, gli specchi.