Aerei della seconda guerra mondiale: lo Zero

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Tra le miniature di velivoli più apprezzate dagli appassionati ci sono quelle relative alla seconda guerra mondiale: aerei militari dalla forma inconfondibile, perfetti per fare bella mostra di sé sotto una teca o su uno scaffale, già finiti o da decorare con i colori originali dei diversi schieramenti.Tra i “principi” c’è sicuramente il Mitsubishi A6M, caccia giapponese conosciuto e divenuto celebre con il nome di “Zero”. Durante la guerra lo Zero, dotato di una manovrabilità eccezionale e grande autonomia, progettato da Jiro Horikoshi (il leggendario ingegnere aeronautico protagonista del nuovo film di animazione di Hayao Miyazaki, Kaze tachinu), si guadagnò una reputazione straordinaria.Lo Zero era lungo poco più di nove metri e aveva un’apertura alare di dodici. Era alto quasi tre metri con una superficie alare di 22,44 metri quadrati. A vuoto pesava pochissimo, 1680 chilogrammi, aveva una velocità massima di oltre 500 chilometri all’ora e un’autonomia di 3110 chilometri.Il peso veramente ridotto dello Zero fu possibile grazie a un uso intensivo della nuova lega di duralluminio, un risultato straordinario anche considerato l’armamento che portava il caccia, successore dell’A5M. Due mitragliatrici di tipo 97 da 7,7 millimetri sulla fusoliera frontale, ognuna con 500 proiettili, due cannoni di tipo 99 calibro 20 millimetri sull’esterno ali (ognuno con 60 proiettili) e due bombe da 60 chilogrammi.Quando verso la fine della guerra molti Zero, ormai superati da modelli più recenti, vennero riconvertiti in aerei per kamikaze – i piloti pronti a farsi esplodere contro le navi nemiche per salvare il Giappone, ormai in chiara difficoltà nel conflitto – i velivoli vennero caricati con due bombe da 250 chilogrammi l’una.Vennero prodotti circa 11.000 Zero, che grazie alla loro grande autonomia furono protagonisti fin da subito, facendosi conoscere per il loro impiego nell’attacco di Pearl Harbor del 1941.