Miti del passato: Gilles Villeneuve

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Sebbene il palmares non sembri da campione (solo 6 gran premi vinti, 13 podi, 2 pole position, 8 giri veloci), Gilles Villeneuve è entrato nel cuore dei tifosi Ferrari per il suo stile di guida (e di vita) spericolato e combattivo, che lo portò a duelli epici con monoposto molto più attrezzate della sua. Fino al giorno della sua tragica morte a Zolder, l’8 maggio del 1982, durante le qualifiche per il Gran Premio del Belgio, a seguito di un pauroso incidente ai 227 km/h, il nome di Gilles Villeneuve fu sinonimo di velocità, non importava con quale mezzo: il canadese iniziò addirittura la sua carriera partecipando a gare tra motoslitte nel Quebec.Dopo il ritiro di Lauda al gran premio del Giappone, vissuto da molti come un atto di codardia, Villeneuve accese l’entusiasmo dei tifosi con il suo straordinario coraggio. Celeberrimo il suo duello al gran premio di Francia del 1979 con René Arnoux, caratterizzato da sorpassi al limite e dalla grande capacità di impedire sorpassi agli avversari, come tutta la sua carriera. Addirittura a Montreal, nel 1981, corse con l’alettone piegato che gli copriva del tutto la visuale, fin quando non volò via, permettendogli di concludere la gara al terzo posto.Seconda guida di grande lealtà, patì moltissimo, due settimane prima della morte, il “tradimento” del compagno Didier Pironi, che lo sorpassò all’ultimo giro nel gran premio di San Marino a Imola malgrado la scuderia avesse esposto i cartelli SLOW a entrambi, indicando di mantenere le posizioni fino al traguardo.Suo figlio Jacques divenne quindici anni dopo la morte del padre il primo e unico canadese a vincere il titolo mondiale. Di Gilles parlò Enzo Ferrari, che lo stimava infinitamente per la sua audacia: «Il mio passato è pieno di dolore e di tristi ricordi: mio padre, mia madre, mio fratello e mio figlio. Ora quando mi guardo indietro vedo tutti quelli che ho amato. E tra loro vi è anche questo grande uomo, Gilles Villeneuve. Io gli volevo bene».