Miti del passato: Ayrton Senna

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Nessun pilota prematuramente scomparso del passato è stato in grado di accendere l’immaginario collettivo come Ayrton Senna. Inimitabile nella preparazione, nel controllo della vettura, nelle modifiche, Senna era un pilota di eccezionale talento ma anche di umanità evidente, e la sua morte a Imola, in mondovisione, fu uno shock per tutti gli appassionati di Formula Uno che ancora oggi non è stato mai dimenticato.Ispirazione incredibile per tutti i piloti venuti dopo di lui, Ayrton Senna stupiva soprattutto sul bagnato, dove era capace di imprese straordinarie. Terzo pilota in classifica per numero di vittorie dopo Schumacher e Prost, Senna veniva da una ricca famiglia brasiliana e cominciò a correre nei kart a tredici anni. L’arrivo in Formula Uno fu nel 1984; esordì per la scuderia inglese Toleman-Hart portandola a risultati straordinari, come il secondo posto a Montecarlo sotto la pioggia incessante, poi passò alla Lotus (per tre stagioni, con due quarti posti e un terzo posto nella classifica finale del Mondiale) e finalmente alla McLaren, che proprio in quegli anni raggiungeva l’apice della sua grandezza; vinse il Mondiale nel 1988 grazie alla vittoria di Suzuka contro il compagno di squadra Alain Prost (con il quale diede vita a una delle più celebri rivalità del mondo dell’automobilismo), lo perse nel 1989 per un taglio di chicane che gli costò la squalifica e trionfò ancora nel 1990 e nel 1991.Nel 1994 Senna passò alla Williams e durante il Gran Premio di San Marino ebbe il tragico incidente che gli costò la vita, per il cedimento del piantone dello sterzo che lo portò a schiantarsi alla curva del Tamburello.Dotato di una profonda religiosità, grande benefattore in segreto e soprattutto in grado di emanare un carisma come nessun altro prima e dopo di lui, Senna rimarrà sempre uno dei volti più amati di questo sport.