Ceramiche giapponesi

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Le ceramiche giapponesi sono molto note nel mondo: introdotte dagli artigiani cinesi e coreani tra il XVI e il XVII secolo, le tecniche della ceramica resero famosi soprattutto i prodotti delle città di Seto e Karatsu. Tra i numerosi laboratori che si diffusero in tutto il Paese, quello di Arita, nella prefettura di Saga, aperto dal ceramista coreano Lee Sam Pyong nel 1598, è uno dei più noti: la ceramica di questa città rimane oggi tra le più apprezzate di tutto il Giappone. Le aree dove si produce la ceramica sono collocate soprattutto nella regione del Kanto verso sud, dove si trovano le argille di buona qualità e abbondante legno da usare come combustibile.  Le tecniche si sono evolute nel lungo corso del tempo ma alcune ceramiche continuano a essere prodotte come alle origini: è il caso della ceramica Bizen, la cui produzione continua ancora oggi ed è rimasta invariata dall’epoca Muromachi (1333-1573). Ciononostante la tecnologia e i nuovi mezzi hanno introdotto novità nel processo di cottura e nel design dei forni, mentre i mezzi di comunicazione hanno permesso a tutto il mondo di venire a contatto con un prodotto artigianale locale tanto pregiato. Molti stili delle ceramiche giapponesi traggono i nomi delle aree in cui sono nati, mentre altri sono associati all’artigiano che li ha inventati.Tokyo è il centro urbano di riferimento per la formazione in questo settore. Offre numerose opportunità agli aspiranti vasai e favorisce la creatività degli artisti. I giovani imparano dai maestri e tentano di interpretare alla luce della modernità un’antica arte che affonda le sue origini nel 1600. In tutto il mondo vengono organizzate mostre d’arte che hanno come soggetto gli strumenti in ceramica giapponese, in primis i vasi.