Da sempre conosciuto come uno degli sport più eleganti (e “da ricchi”) nel panorama sportivo mondiale, il polo unisce elementi degli sport di squadra con la palla con l´arte dell´equitazione. Nel polo due squadre di quattro giocatori a cavallo, muniti di stecche di bambù, si sfidano cercando di mandare una palla di legno attraverso due pali. Il polo è stato uno sport olimpico ma ora non lo è più. Le sue origini andrebbero rintracciate nel sesto secolo avanti Cristo in Persia, e si può considerare un´evoluzione di un´attività di allenamento per le truppe a cavallo. Nel tempo è diventato uno degli sport nazionali persiani, per poi passare ai bizantini, agli indiani e da lì agli inglesi, che ne hanno perfezionato la versione moderna. Oggi, la mecca del polo è considerata l´Argentina, patria dei migliori giocatori del mondo insieme al Brasile. Le regole del polo mirano a salvaguardare la sicurezza dei giocatori e dei cavalli, basate soprattutto sul concetto della “linea della palla”, la linea immaginaria che segue la traiettoria della palla e che dà diritto alla precedenza per il giocatore che l´ha colpito; i falli, per la maggior parte, sono infatti a carico dei giocatori che hanno creato situazioni di pericolo attraversando quella linea. Ogni partita di polo è divisa in tempi detti chukker o chukka, che durano dai 7 ai 7 minuti e mezzo; ne vengono giocati da quattro a otto per ogni partita. Al termine di ogni chukker i giocatori cambiano il cavallo, che può essere tenuto al massimo per due chukker non consecutivi. Oggi la competizione più importante nel polo è il Campionato mondiale, disputato da 8/10 squadre; nell´ultima edizione, quella del 2011, si è classificata al primo posto l´Argentina, secondo il Brasile e terza l´Italia.