L’origine nobiliare del bric à brac

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Il collezionismo ´bric à brac´ ha origini lontane e si è sviluppato in ambiti nobiliari, dove i benestanti usavano avere la passione di collezionare oggetti preziosi e ricercati. Così in età vittoriana nacque il termine bric à brac, di origine francese, utilizzato per indicare oggetti da collezione, nel caso specifico tazze da tè o simili. Le tazze da collezione erano conservate perché ritenute preziose, per la forgia o i materiali in cui venivano eseguite e decorate. Il termine bric à brac è stato usato anche per indicare piccoli oggetti come vasi, piume, fiori di cera sotto cupole di vetro, gusci d´uovo, statuine, miniature dipinte o fotografie. Il bric à brac arricchiva le collezioni e dava prestigio alle famiglie nobili dell´epoca, perché veniva posizionato in zone visibili agli ospiti, mensole di camini, tavole, scaffali, o messo in mostra in armadietti di oggetti da collezione, era subito indice del benessere della casa. In sostanza il ceto sociale di appartenenza veniva compreso attraverso la tipologia di bric à brac che il nucleo famigliare esponeva. Ad oggi le collezioni di bric à brac sono leggermente cambiate e gli esperti non ricercano i sopracitati oggetti nei negozi, ma preferiscono addentrarsi in mercatini e fiere specializzate; pertanto anche il termine bric à brac ha subito un´evoluzione ed e arrivato ad indicare questa tipologia di bene, a volte anche di scarso valore che si trova tra le cianfrusaglie e ninnoli in banchetti spesso sgangherati. Solitamente si utilizza il termine bric à brac intendendo mostre ed eventi in cui vengono esposti oggetti appartenenti ad epoche passate, solitamente appartenuti a personaggi storici, più o meno famosi; tipici bric à bràc si ritrovano nei mercatini di paese, dove appassionati del genere espongono la loro preziosa collezione. Soprattutto in epoche recenti, il bric à bràc è arrivato ad essere considerato collezionismo di pezzi di basso valore economico.