La pesca in tana

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Quando il pesce non arriva da sé, spesso è necessario andarselo a cercare: ecco le ragioni della pesca in tana, diffusa in tutto il mondo da secoli e secoli e praticata nella pesca in apnea. Principale tipo di pesca subacquea, si effettua nei siti (fondali, anfratti di roccia, ma anche relitti e ammassi di alghe) dove le prede possono nascondersi o hanno le loro tane. Ogni pesce porta con sé delle specifiche caratteristiche nella costruzione della tana che devono essere conosciute alla perfezione dall´aspirante pescatore affinché la pesca vada a buon fine.La principale preda della pesca in tana è la cernia; si tratta anche di una delle più difficili perché col passare degli anni e l´intensificarsi delle attività umane nei pressi delle coste le tane vengono a trovarsi a profondità sempre maggiori. Nel bassofondo, ormai, a meno di quindici metri di profondità, è rarissimo trovare le prede, a parte nei mesi invernali. Gli altri pesci pregiati sono saraghi, corvine, capponi, gronghi, murene, mustelle, tordi e anche i cefali, mentre sono rare le orate ed episodici il dentice e la spigola.La pesca sportiva in tana, praticata rigorosamente in apnea, è uno sport assai difficile, che richiede grandi doti fisiche e mentali, oltre a uno sviluppato istinto e alla capacità di reagire in caso di imprevisti. Per questo è sempre necessario trovare l´affiatamento perfetto con il proprio compagno di battute di caccia, concordando preventivamente i dettagli della battuta ed evitando di immergersi in solitudine. Per quanto riguarda le attrezzature, sono necessarie mute il più possibile sottili per garantire la libertà di movimento, pinne di ottima qualità per guadagnare il fondo con poche gambate, guanti e calzari per ripararsi dalle abrasioni e dai tagli che possono essere frequenti nell´esplorazione degli anfratti e una buona torcia, a parte per i cacciatori più esperti.