Pesca sportiva – pesca col vivo

985
636 0 Pesca sportiva   Pesca col vivo

Nella pesca col vivo le prede vengono catturate mediate l´uso di un´esca viva, e possono essere esemplari di grandi dimensioni. La pesca è quindi divisa in realtà di più fasi: nella prima si cattura l´esca (di solito piccoli muggini, sparidi, calamari che sono una delle prede preferite del dentice), di solito mediante pane francese o bigattino o bolognese. L´esca viva si innesca fissando due o tre ami di grandi dimensioni sul dorso del pesce, dopodiché si può iniziare la pesca vera e propria. Si calano le lenze in acqua, si lascia correre via l´esca quanto si ritiene desiderabile e poi si apre la frizione con mulinelli dotati di bait runner, pronti a scattare quando arriva la preda, attirata dai movimenti dell´esca che si dimena in difficoltà: di solito lecce, pesci serra, spigole, ricciole, dentici, barracuda, lucci, pesci persici reali. La pesca col vivo è infatti rivolta soprattutto ai grandi predatori delle coste rocciose ma anche a quelli che frequentano le foci dei fiumi. È necessario come attrezzatura usare canne robuste, o una canna per la pesca a fondo o delle surf casting medio-pesanti, nonché specifici terminali. La pesca col vivo attira però ancora molte critiche. L´uso di esche vertebrate vive, infatti, per quanto tollerato dai regolamenti di pesca, è per molti in opposizione piuttosto palese con le norme sul contrasto al maltrattamento animale; anche numerosi pescatori sono contrari a questa tecnica e ci sono state negli anni numerose raccolte di firme per impedirne o regolamentarne la pratica. Esistono ad esempio zone che impongono particolari divieti e norme per la pesca al vivo, ad esempio nella Provincia di Milano si possono usare solo esemplari di alborella, anguilla, cobite comune, gobione, scardola, triotto e vairone, e altri organismi territoriali si sono già mosse in questo senso.