Antoni Gaudì un grande utilizzatore di plastici

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Uno dei più appassionati costruttori di plastici e modellini di quelle che poi sarebbero state le sue opere, destinate a diventare i capolavori del modernismo catalano, fu Antoni Gaudì, il grande architetto della Sagrada Familia e di altre opere che hanno dato lustro soprattutto alla città di Barcellona. Per Gaudì la costruzione e la realizzazione dei plastici era un aspetto fondamentale della sua opera di architetto. Accanto a ognuna delle sue opere era infatti solito far costruire un laboratorio dove poteva studiare e analizzare empiricamente, in forma artigianale, le forme e le strutture che sarebbero poi state applicate nei suoi stessi progetti, decine di anni prima dei programmi informatici e dei sistemi di disegno parametrici che usano oggi gli architetti moderni. Ad esempio uno degli elementi di maggior interesse della Sagrada Familia è l’arco parabolico o catenario, che studiò attraverso delle particolarissime simulazioni; queste furono in grado di aiutarlo a determinare la forma ideale della struttura per resistere alla pressione degli archi e delle volte. Il “modellino”, in questo caso, era una riproduzione piuttosto grezza e in scala della cattedrale fatta con corde intrecciate con minuscoli sacchi di juta, che servivano appunto a simulare i pesi, le forze funicolari e quindi, in ultima analisi, la forma della struttura; la stessa idea venne utilizzata anche per la cripta della Colonia Guell. La tridimensionalità, i opere tanto complesse, rimane un aspetto che non si può sacrificare e che quindi per Antoni Gaudì sanciva la necessità di una costruzione “concreta” accanto ai piani e ai disegni in due dimensioni. Ancora adesso le splendide case civili progettate da Gaudì a Barcellona come Casa Battlò e Casa Milà custodiscono al loro interno anche dei plastici tridimensionali della facciata e dell’interno, che sono anche di aiuto per le persone non vedenti e permettono di apprezzare il particolarissimo stile del grande architetto catalano.