Il kitesurfing

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Uno sport dove lo spettacolo è il grande protagonista: ecco il kitesurfing, detto anche kiteboarding, uno sport acquatico che combina elementi di discipline diverse – tra le principali surf, windsurf, paracadutismo – e il cui scopo è quello di usare la forza del vento, controllata tramite un potente aquilone, per scivolare sull’acqua, in piedi su una tavola. Benché questo sport sia relativamente recente (è nato negli anni Novanta) conta già diversi stili, dalla velocità al salto, passando per il freestyle.Un kitesurfer abile è capace di cavalcare le onde per grandi lunghezze: Kirsty Jones, ad esempio, ha attraversato così tutti i 225 chilometri che separano Lanzarote, nelle Canarie, dalla costa del Marocco, impiegando nove ore. I maggiori velocisti arrivano poco sotto i cento chilometri all’ora.La dimensione degli aquiloni è strettamente legata al peso dell’atleta e alla situazione di vento nella zona dove si pratica lo sport, e in linea di massima dev’essere tanto più grande quanto minore è la forza media del vento. Gli aquiloni vengono differenziati in SLE o BOW/Kite, il modello attualmente più utilizzato e che massimizza la superficie esposta al vento, C-Kite (i vecchi aquiloni gonfiabili), gli ibridi tra i due modelli e i foil, non gonfiabili, più lenti ma molo stabili.Le Hawaii, patria di questo sport, rimangono in assoluto il luogo dove viene maggiormente praticato, ma negli ultimi anni hanno riscosso successo anche le Canarie, Capo Verde, Mars Alam e Rodi. Il kitesurfing in Italia viene praticato soprattutto in Toscana, Sicilia, Calabria e Sardegna; tra le località più in voga, anche Lignano Sabbiadoro quando c’è la bora, Latina, la zona della costa adriatica pugliese intorno a Otranto e vicino al Gargano. È possibile praticare il kitesurfing anche sui laghi, soprattutto quello di Garda, il lago d’Iseo, il lago Maggiore, il lago di Santa Croce, il lago Trasimeno e il lago di Bolsena.