Storia della cucina in miniatura e accessori Parte 1

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888 0 Cucine in miniatura

Le case delle bambole, o quelli che sono più in generale gli ambienti quotidiani ricreati in miniatura in diorami o plastici, è uno dei giochi più antichi del mondo.Già Greci e Romani guardavano i loro bambini divertirsi con queste piccole riproduzioni, ma è nel Cinquecento che la manifattura tedesca (con epicentro a Norimberga) comincia a produrre case di bambole di tale qualità da diventare rapidamente una moda destinata a diffondersi in tutta Europa.La casa delle bambole ha da sempre nella fedeltà descrittiva uno dei suoi punti di forza; in questo modo può essere un preziosissimo strumento per conoscere gli usi e i costumi di epoche ormai lontane, con accessori e ambienti tanto diversi da quelli di oggi.Non fanno eccezione le cucine: stanza della preparazione del cibo in ogni casa, ha mostrato tutta la sua evoluzione nei molti secoli passati dalle prime case di bambole fino ad ora, evidenziando tecnologie di cottura e conservazione dei cibi che sono di grande interesse per studiosi e semplici appassionati.In particolare, le cucine in miniatura si distinguevano per un dettaglio importante, ovvero il piano di cottura: liscio per le cucine di origine tedesca, con incavi per tegami e casseruola in altre. Il primo modello rimane comunque il più diffuso in Europa.Dal Cinquecento al Settecento le case di bambola, gioco quasi sempre per bambini benestanti, presentano la divisione in piani tipica delle classi elitarie; le stanze di servizio (la cucina, ma anche le stanze della servitù) erano collocate a pianoterra, e la cucina era situata invariabilmente sotto la cappa del camino.Gli utensili erano in peltro o in rame per le case più ricche, in legno oppure terracotta per tute le altre. Le abilità del miniaturista diventavano evidenti proprio con gli accessori più piccoli, che mostravano nel dettaglio tutti i particolari delle versioni “standard”.