Storage “avanzato”: ecco i NAS

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Chi ama il cinema o ha bisogno per lavoro o per hobby di trasferire documenti un po´ corposi via Internet (ad esempio video) se ne sarà già accorto: la dimensione media dei file sta continuando ad aumentare. Ad esempio, un film in blu-ray “rippato” per poter essere visto su un altro apparecchio può occupare dai 5 ai 40 Gb. L´aumento dei megapixel delle macchine fotografiche digitali dal canto sul dà vita a immagini ad altissima definizione, che però possono saturare in breve tempo le memorie removibili e hanno bisogno di dispositivi avanzati di archiviazione.Insomma, sempre più persone si rendono conto di avere bisogno di spazio per i propri dati. Le soluzioni cloud, pur comodissime, sono comunque ad accesso piuttosto lento, soprattutto in Italia dove la velocità in upload è ancora molto limitata in gran parte del Paese.Una soluzione è costituita dai NAS, o Network Attached Storage: si tratta di un dispositivo collegato a una rete che permette di condividere tra gli utenti della rete stessa uno o più dischi rigidi. In altre parole, si tratta di computer con lo stretto indispensabile per poter comunicare via rete e una elevatissima capacità di archiviazione. I vantaggi non sono solo rappresentati dallo spazio, ma dalla comodità di poter rendere disponibili i file su diverse piattaforme (Windows, OS X, Linux) in contemporanea e di offrire una soluzione “always on”, magari accessibile anche all´esterno con un´interfaccia in remoto. I NAS permettono inoltre di implementare schemi RAID, che garantiscono una gestione dei dati più sicura. Di solito con un NAS è possibile aggiungere e rimuovere dischi in hot swap, senza cioè dover disattivare prima l´unità, permettendo così configurazioni al volo.Differenti dai NAS sono i SAN, cioè Storage Area Network, versione “avanzata” di questo sistema di immagazzinamento che utilizza molto spessi protocolli e tecnologie proprietarie.