Stile gotico

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I mobili gotici si distinguono da quelli romanici innanzitutto per una fondamentale differenza di concezione: mentre i secondi sono soprattutto dipinti, i primi sono decorati a scultura con riproduzione di vari motivi architettonici. A quest’altezza l’arte lignaria è ancora predominio dei laboratori dei conventi o delle grandi cattedrali, ma poi l’affermazione di nuove classi sociali con capacità di spesa fa diffondere anche tra l’aristocrazia e la ricca borghesia cittadina mobili e oggetti decorativi di grande pregio, che rendono un po’ meno vuote le austere case medievali. Il mobile più diffuso dell’epoca è il cassone, molto apprezzato soprattutto per la sua polivalenza (può essere, alla bisogna, sedile, tavolo, contenitore di vestiario o masserizie o perfino letto). Anche i tavoli di questi anni sono caratterizzati da una certa flessibilità nell’uso e semplicità di concezione (all’inizio sono poco più che una lunga asse da tenere su due piedistalli e da levare quando non serve). Da considerare sempre i mobili tipici delle chiese e che poi si affermeranno anche nelle case come panche, sedili, grandi credenze portaparamento. Si diffonde soprattutto lo stile severo, verticale, pulito, lineare, con decori ad archetto a rosetta, che sboccia poi nel gotico internazionale fiorito. Un altro tipico mobile dell’epoca è il leggio, che seguirà il percorso inverso, passando dalle case all’ambito ecclesiastico. Di particolare raffinatezza anche le cortine ricamate che venivano collocati sui letti, con stemmi o stelle. Un momento importante nella storia del mobile gotico è la nascita della prima segheria ad Asburgo nel 1332, che introdusse la possibilità di tagliare le assi secondo gli spessori voluti, migliorando di molto la qualità dei mobili per la casa. Da non dimenticare infine la bellezza delle vetrate policrome che arricchiscono chiese ma anche residenze mobiliare con lo splendore dei loro colori.