Tra le grandi passioni di chi ama il modellismo di motociclette per molti c’è un nome che è da sempre un mito: la ditta costruita dai giovanissimi William Harley e Arthur Davidson a Milwaukee nel 1902. Le Harley-Davidson, da sempre simbolo degli Stati Uniti, hanno una lunghissima storia e insieme alle Indian sono state le uniche motociclette prodotte sul suolo americano ad aver superato la Grande Depressione. Le Sportster, in particolare, rappresentano il modello più longevo e forse il più famoso della casa motociciclistica (il gruppo italiano degli 883 prende il nome proprio da una delle cilindrate di questa moto, di cui sia Max Pezzali che Mauro Repetto sono grandi fan). Molti però contestano la “leggerezza” delle Sportster e la loro maneggevolezza, che ne fanno le uniche moto prodotte dalla casa ad essere realmente adatte anche allo spazio urbano, in favore delle “vere Harley” con cilindrata superiore. Il successo di questo modello rimane comunque indiscutibile: essendo piuttosto leggera, di solito ha un buon successo anche tra il pubblico delle guidatrici femminili (ecco perché qualche harleysta, con un po’ di maschilismo, le chiama “Harley delle ragazze”), inoltre per semplicità ed economicità rappresentano ancora oggi l’entry level ideale per chi vuole avvicinarsi all’affascinante mondo delle motociclette Harley-Davidson. Anche gli appassionati di modellismo amano le Sportster per il loro look unico, con linea classica ma sportiva, assenza di carenatura, il piccolo serbatoio (originariamente dalla capacità di soli 8,5 litri). Esistono due motorizzazioni di Sportster, basate entrambe (dopo la fondamentale riprogettazione del 1986) sul propulsore Harley-Davidson Evolution in versione Small Block, da 883 (quella “storica”) e 1.200 centimetri cubici. Dal 1988 il cambio è a cinque rapporti, il propulsore è un V di 45° raffreddato ad aria, con distribuzione ad aste e bilancieri e con due valvole in testa per cilindro.
