Le leggendarie tombe di Mawangdui

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Inaugurata il 3 luglio 2014 ed aperta fino al 16 febbraio 2015, la mostra dedicata alle leggendarie tombe di Mawangdui è stata allestita nelle sale del Refettorio Quattrocentesco di Palazzo Venezia. La mostra  racconta l’epoca della dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.) attraverso i tesori provenienti dalle tombe rinvenute a Mawangdui e custoditi dal Museo provinciale dello Hunan, una delle istituzioni più importanti del sistema museale cinese. Tra i settantasei pezzi in esposizione, molti sono di inestimabile valore, tra cui lacche, manufatti tessili, manoscritti e dipinti su seta. L’esposizione consente di far riemergere un’antica civiltà attraverso una grande scoperta archeologica, riflettendo l’essenza stessa di un popolo che già all’epoca veniva riconosciuto come “il Paese della seta e delle porcellane”.Il rinvenimento delle tombe di epoca Han a Mawangdui, nella città di Changsha, capoluogo dell’attuale provincia dello Hunan, nella Cina meridionale, rappresenta una delle grandi scoperte avvenute nel XX secolo in Cina. Le tre tombe ritrovate, contenevano al loro interno più di 3000 oggetti, tra cui lacche, ceramiche, bronzi, sete, e giade, i quali, sono in grado di testimoniare degli eccellenti risultati raggiunti a livello artistico e culturale e di offrire uno spaccato della società cinese in epoca Han. L’immenso valore dei reperti svelati e soprattutto il ritrovamento di una salma completamente integra ha fatto sì che gli esperti paragonassero questa scoperta alla “tomba di Tutankhamon” in Egitto. La salma della Marchesa di Dai è la prima e la più antica salma al mondo ritrovata ancora completamente integra, non completamente disidratata e con i tessuti non ancora del tutto rigidi. Le sete più pregiate, i manoscritti più antichi, gli oggetti più rari; Le leggendarie tombe di Mawangdui, ci pone davanti agli occhi l’alto livello di progresso che caratterizzava più di duemila anni fa la civiltà di epoca Han e ci permette di apprezzare i risultati raggiunti dall’archeologia cinese del XX secolo.Luogo: Roma, Palazzo Venezia Comunicato stampa integrale ed informazioni:  www.beniculturali.it