L’animale domestico per eccellenza è il cane: rispetto al gatto, che mantiene indubbie caratteristiche di animale selvatico e indipendente, tra cane e uomo nei secoli si è creato un rapporto assai stretto, ma questo non significa che l’addestramento sia una cosa semplice. In particolare, un cane non addestrato, se di taglia grande, può diventare un pericolo per le persone e gli altri animali, ragion per cui è essenziale insegnare le regole base dell’obbedienza e dell’educazione. Per prima cosa, l’addestramento del cane è un’attività che si basa su una cosa sola: la fiducia. Questo sentimento dev’essere reciproco ed è alla base del rispetto e della fedeltà tra cane e padrone. Addestrare un cane tenendo conto di questi principi darà molte soddisfazioni e permetterà di sviluppare nel cane comportamenti a volte davvero sorprendenti grazie alla sua naturale intelligenza. Naturalmente è meglio addestrare un cane quando è ancora un cucciolo, per i cani adulti la situazione è molto più complicata perché questi possiedono già le loro abitudini e difficilmente possono cambiarli così di punto in bianco. È necessario comunque avere grande pazienza e costanza e non arrendersi alle prime difficoltà. Bisogna procedere all’addestramento in un luogo tranquillo, privo di distrazioni, e bisogna essere pronti a richiamare un comportamento sbagliato per far sì che il cane capisca il collegamento tra la sua azione e il rimprovero. Di solito il primo comando insegnato a un cane è quello per spingerlo a dirigersi verso di voi: il comando deve sempre essere preceduto dal suo nome ed essere il più breve possibile (“Qui”). La frase dev’essere sempre la stessa per non confondere l’animale. Rinforzi positivi come bocconcini, biscotti (senza esagerare!) o coccole sono molto importanti: premiando il cane quando viene verso di noi comincerà col tempo a collegare anche il premio col suo comportamento corretto. Ogni lezione non dev’essere lunga più di dieci minuti, all’inizio.
