Visto che le Erinni, o Furie, sono tre tra le divinità più spaventose dell´intera mitologia greca, è quasi lecito aspettarsi che l´hobby simile alla filatelia e conosciuto come erinnofilia sia qualcosa di poco raccomandabile. Si tratta invece, semplicemente, del collezionismo dei bolli chiudilettera, che di solito non hanno né valore postale né valore fiscale. Il nome deriva infatti dal tedesco”Erinne”, che significa “ricordo”; i bolli chiudilettera sono infatti soprattutto commemorativi.Le varie finalità per cui venivano realizzati i bolli chiudilettera possono riassumersi in bolli commemorativi per pubblicità o commemorazione di un avvenimento particolare, bolli di propaganda di vario tipo (autarchica, militare, religiosa, politica), bolli reggimentali o militari, bolli di assistenza e beneficenza, bolli pubblicitari e turistici.I bolli chiudilettera sono visivamente molto simili ai francobolli, se non in alcuni casi per la dentellatura; si tratta infatti di foglietti di carta gommata, che all´inizio erano rotondi e rossi (a imitazione della più costosa e scomoda ceralacca) e col tempo sono diventati rettangolari e quadrati, con o senza dentellatura e con soggetti rappresentati all´interno. A volte, l´unico modo per distinguerli dai comuni francobolli è la mancanza del valore della tariffa dell´affrancatura.L´erinnofilia è comunque un settore volto soprattutto al passato, visto che ormai pochissimi fanno ancora ricorso ai bolli chiudilettera, preferendo le classiche buste con chiusura già adesiva. La “Bibbia” del settore è il Catalogo degli Erinnofili Italiani dal 1860 al 1945, che ne illustra i vari motivi di interesse storico, artistico, ma anche economico e sociale. Personaggio capitale nell’erinnofilia italiana è stato Vittorio de Silva, uno dei più importanti collezionisti di arte grafica del diciannovesimo e ventesimo secolo, cui è dedicato anche un sito apposito sul web: la sua collezione, divisa tra gli eredi negli anni ´50 del ventesimo secolo, conta non meno di 120.000 bolli.
