La via italiana al parkour

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Il parkour è uno sport tipicamente urbano che si è affermato negli ultimi anni, con migliaia di appassionati che postano regolarmente su Youtube e i social network le loro acrobazie ed evoluzioni in giro per le città. È nato in Francia negli anni Novanta, in un sobborgo parigino, ed è, come concezione, molto semplice: il suo obiettivo è quello di seguire un percorso da un punto di partenza fino a una meta affrontando qualsiasi ostacolo ci si pari davanti, con salti, superamenti di barriere architettoniche, muri, ringhiere, cancelli e altro.I suoi fondatori, David Belle e Hubert Koundé, hanno messo l’efficienza come valore fondativo dell’esperienza parkour, a differenza di altre discipline come il free running che invece privilegiano la spettacolarità dei movimenti. Obiettivo del parkour è invece quello di superare gli ostacoli minimizzando lo sforzo, nel minor tempo possibile e con la massima sicurezza. Il corpo dell´atleta che pratica parkour – in gergo «tracciatore» – deve adattarsi all’ambiente metropolitano che lo circonda. L’allenamento consiste in una prima fase di potenziamento, poi si affrontano i primi tracciati in percorsi sempre più complessi.In Italia il parkour è arrivato intorno a metà del primo decennio del ventesimo secolo, con un tam tam nato soprattutto via Internet e poi cresciuto fino ad alimentare diverse comunità nelle maggiori città italiane. Esistono diverse associazioni, come la romana Associazione Italiana Parkour o l’Associazione Parkour Italia; si punta molto non soltanto sul training fisico necessario per affrontare questi difficili percorsi cittadini ma anche sulla preparazione e l’equilibrio mentale indispensabili per praticarlo al meglio.Il parkour è, a tutti gli effetti, una filosofia sportiva che prevede un apprendimento lento e graduale, con una comprensione profonda dell’ambiente circostante e dei segnali del proprio corpo. Questo spirito, applicato alla vita di tutti i giorni, incita al superamento di ostacoli apparentemente insormontabili con l’esercizio e la pratica costante.