La cocciniglia

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Flagello di molte piante dei nostri giardini e dei nostri terrazzi, la cocciniglia è un insetto fitofago (cioè che si nutre appunto di piante) di piccolissime dimensioni, ma capace di provocare danni incalcolabili all’agricoltura. La cocciniglia, proprio in virtù delle sue dimensioni e dell’immobilità, si diffonde molto facilmente, anche perché non vista, durante scambi commerciali oppure con un semplice trasporto di piante.Si tratta di un insetto polifago, che si nutre cioè di tutte o quasi le parti della pianta: foglie, germogli, rami, frutti, adattandosi pertanto anche a condizioni ambientali molto differenti. La cocciniglia è anche molto resistente alle avversità ambientali, grazie alle speciali secrezioni protettive che la rendono praticamente immune a molti insetticidi, come quelli per contatto. Le piante preferite dalle cocciniglie sono le conifere, le succulente, la vite, gli agrumi e molte piante ornamentali, e più in genere le piante che ricevono concimi con molto azoto, in luoghi poco umidi e scarsamente ventilati. Con un’infestazione di lieve entità è sufficiente asportare gli esemplari manualmente, disinfettando poi i fori lasciati dagli insetti con cotone imbevuto di alcool. Altrimenti è necessario ricorrere ad altri rimedi, come l’olio bianco o gli anticoccidici, soprattutto in primavera o in autunno-inverno per distruggere la maggior parte delle uova. Per quanto riguarda la lotta biologica, contro la cocciniglia si usa una speciale coccinella, il Cryptolaemus montrouzieri. La cocciniglia non è, però, esclusivamente dannosa, in virtù delle sue secrezioni che possono essere ricondotte, da un punto di vista chimico, alla cera, alla lacca e alla seta. Da essa si estrae infatti un importante colorante rosso, carminio e vermiglio, utilissimo per tingere le stoffe, anche se oggi più che altro si usano coloranti sintetici; dalla cocciniglia si ricava anche la gommalacca e l’insetto può essere a sua volta usato per la lotta biologica.