La classificazione e la conservazione delle monete

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Quando si è entrati in possesso di un buon numero di monete, il passo successivo è quello di classificarle per conservarle, poi, nella giusta sezione del nostro album o raccoglitore. Prima di tutto è indispensabile un buon catalogo, aggiornato e in grado di coprire tutti i Paesi di nostro interesse, mostrando le diverse valute in corso nel presente e nel passato. È bene avere anche due o tre cataloghi diversi, magari con differenti specializzazioni, in modo da ricavare per ogni moneta quante più informazioni possibili.Una volta individuato Stato, periodo storico e Zecca – tutte caratteristiche che si possono desumere dalla pratica e con un buono studio della materia – si può procedere a classificarle in base al loro grado di conservazione, che ne varia anche di molto il valore. Qui la pratica è del tutto indispensabile. Il massimo grado di conservazione è dato dalle proof o Fondo Specchio, create apposta per i collezionisti come souvenir; subito dopo ci sono le non circolate, sia le Fior di Conio (le prime monete che vengono stampate usando una matrice nuova) e le non circolate (quasi perfette ma un po´ meno nitide nei rilievi rispetto alle Fior di Conio). Nei gradi successivi trovano posto le monete estremamente ben conservate (con qualche segno di circolazione), molto ben conservate (evidenti segni di circolazione ma rilievi ancora quasi intatti), ben conservate (legenda e iscrizioni ancora visibili ma chiari segni di circolazione, soprattutto sui rilievi, e magari qualche macchia di ruggine), regolarmente conservata (quasi del tutto consumata; da qui in poi i pezzi non hanno praticamente valore collezionistico, a meno che non siano molto rare) e mal conservate (irriconoscibili tranne che per metallo, dimensione, peso).A questa classificazione si accompagna il grado di rarità della moneta: normale (N), scarsa (SC), rara (R), molto rara (RR) e infine estremamente rara (RRR).