La castagna d’acqua

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Tra le piante acquatiche, una delle più comuni e di ottima resa estetica è la castagna d’acqua, in grado di creare un vero e proprio “tappeto verde” sulla superficie di uno stagno o di un laghetto. Si tratta di una pianta originaria dell’Asia, anche se si trova ormai da molto tempo anche in Europa e in America settentrionale; in Italia, soprattutto nei laghi di Mantova.Il nome di “castagna” deriva dal frutto legnoso che si sviluppa dai fiori durante l’estate. Questo frutto, a forma di piramide triangolare, può essere usato come succedaneo della normale castagna di montagna, preparato negli stessi modi della “cugina” della terraferma, cioè arrosto o lessata. Come con la castagna comune, un tempo i semi (in ognuno dei frutti c’è un unico seme carnoso, farinoso e dal lieve sentore di nocciola) venivano raccolti, poi essiccati e conservati per ricavarne farina. La castagna d’acqua presenta in superficie una serie piuttosto folta di foglie galleggianti con la forma di un ventaglio, di un verde brillante. Sulla pagina inferiore, quella che sta a contatto con l’acqua, è presente una leggera peluria. Le lunghe radici affondano nel terreno e ancorano la pianta senza difficoltà e particolari esigenze di adattamento, anche se la preferenza è per le acque con un ph leggermente acido e sono da evitare quelle troppo calcare. La castagna d’acqua predilige il sole pieno, ma è una pianta resistente e capace di adattarsi anche a esposizioni più deboli. Non resiste però all’arrivo dell’inverno, e infatti nelle zone più fredde la castagna d’acqua è coltivata come pianta annuale; dai semi, però, ogni primavera si sviluppa una nuova rosetta di foglie, pronta a diventare rigogliosa in breve tempo. I frutti della castagna d’acqua sono astringenti e antidiarroici, mentre le foglie possono essere usate per dei cataplasmi rinfrescanti.