In piscina – il dorso

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Il dorso è per molti versi lo stile «gemello» del crawl o stile libero, e per molti principianti è quello che disorienta di più: è infatti l’unico che deve essere eseguito con il capo rivolto verso l’alto, senza cioè poter vedere dove ci si sta dirigendo. In realtà, una corretta esecuzione del dorso prevede un certo grado di «rollio» e cioè di basculamento del tronco verso sinistra e verso destra a ogni bracciata. Apparentemente i movimenti del dorso sono quasi identici a quelli dello stile libero: una fase di presa con l’ingresso in acqua della mano col palmo rivolto verso l’esterno, la trazione (quando si effettua anche il «rollio»), la spinta e il recupero. L’alternanza delle bracciata non è perfetta, e c’è un certo grado di sovrapposizione nella fase iniziale di spinta e in quella iniziale di appoggio. La velocità del dorso è comparabile a quella della farfalla, anche se nelle distanze più brevi è di solito superiore per il vantaggio costituito dalla partenza già in acqua che invece farfalla non ha. La partenza delle gare di dorso è l’unica che viene effettuata già in acqua e non con il tuffo, attaccandosi alla sbarra di metallo del blocco di partenza e scagliandosi all’indietro con il corpo arcuato. Un particolare problema del dorso è la mancanza di percezione immediata della fine della vasca per la virata, ma chiunque abbia un po’ di esperienza è in grado di stabilire quante bracciate gli siano necessarie per completare una vasca; un altro aiuto è costituito dai galleggianti che separano le vasche, che cambiano colore in prossimità dell’arrivo e della partenza. Le distanze più comune per il dorso sono i 50, 100 e 200 metri, oltre ai 100, 200, 400 misti e alla staffetta 4×100 misti. Nei misti individuali è il secondo stile a essere nuotato, nella staffetta il primo.