Il volcano boarding

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Non può certo considerarsi tra gli sport estremi più comuni il volcano boarding, conosciuto anche come ash boarding o volcano surfing, che richiede infatti un elemento fondamentale non facilissimo da trovare ovunque: un vulcano. Il volcano boarding in sostanza è semplicemente lo sport della discesa lungo le pendici di un vulcano sopra un piccolo “slittino” di legno o di metallo. Rispetto a una classica discesa sulla neve, però, i pericoli sono molto più evidenti e permettono di considerare la disciplina uno sport estremo. In genere si può dire che ci siano due metodi fondamentali per praticare il volcano boarding: in piedi, come se si scendesse su uno snowboard, e seduti, come quando si è sopra uno slittino. La maggiore velocità si raggiunge stando seduti, visto che il baricentro è più basso e si concentra in particolar modo sulla parte posteriore dello slittino. Le rocce vulcaniche però non sono scivolose quanto la neve, la frizione e l’attrito sono molto superiori. Per questo motivo lo slittino, anche se di legno, è ricoperto da uno sottile strato di metallo e spesso una “sciolina” che va cambiata a intervalli regolari. Il pericolo è che la cenere vulcanica possa tagliare lo sportivo, motivo per cui a tutti viene data una tuta intera con caschetto e occhiali di protezione (i frammenti ad alta velocità potrebbero infatti finire negli occhi). La pietra vulcanica è molto più tagliente della neve e senza vestiti speciali finirebbe col provocare in brevissimo tempo lacerazioni. Il volcano boarding è pericoloso anche per la lunghezza media delle sue discese, che può facilmente far aumentare la velocità finale dello slittino; in questo caso non si può fare come sulla neve, cioè tentare di diminuire la velocità con un piede, perché la consistenza delle rocce è ben diversa e c’è il rischio di cappottarsi con conseguenze disastrose sulle rocce.