Il modulo lunare LK

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Una finezza per collezionisti di lander e semplici appassionati di storia dell’aeronautica, il modulo lunare LK avrebbe dovuto permettere lo sbarco sul nostro satellite a un equipaggio russo: invece i sovietici non riuscirono mai a raggiungere la Luna. Dopo il fallimento del razzo N1 si verificò di conseguenza la cancellazione della missione e gli statunitensi vinsero la corsa allo sbarco. Molti moduli LK vennero comunque fatti volare nell’orbita terrestre senza equipaggio nel corso degli anni. Il modulo lunare LK (Lunniy Korabl, che significa “nave lunare”) era diviso in due diverse parti, il Lunnyi Posadochnyi Agregat, o aggregato per l’atterraggio lunare, e il Lunnyi Posadochnyi Agregat, veicolo di ascesa lunare. Nel modulo era presente un comparto pressurizzato per i cosmonauti, sistemi di controllo di volo, un sistema di supporto vitale, sistemi di controllo dell’attitudine, il modulo di atterraggio lunare con quattro gambe e il sistema di alimentazione, consistente in batterie chimiche.A differenza del Modulo Lunare Apollo di cui si servì la NASA per le sue missioni, il modulo lunare LK era più piccolo e avrebbe consentito lo sbarco di un solo astronauta e non di due; inoltre non c’era collegamento tramite tunnel con la Sojuz che avrebbe dovuto fungere da astronave madre, e per effettuare l’atterraggio l’astronauta avrebbe dunque dovuto compiere un’attività extravecolare.Sempre rispetto al modulo Apollo, l’LK aveva un profilo di atterraggio diverso, solo 1/3 della massa del veicolo statunitense e avrebbe usato lo stesso motore sia per l’atterraggio che per la ripartenza finalizzata all’aggancio con la Sojuz e il ritorno del cosmonauta sulla nave madre. Il progetto N1 venne sospeso nel 1974 e ufficialmente cancellato nel 1976, in seguito alla morte del progettista principale Sergei Korolev nel 1966 e ai fallimenti delle prove di lancio (in particolare quello del luglio 1969, che creò una delle maggiori esplosioni non nucleari della storia dell’uomo).