Il mandarino cinese

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Il mandarino cinese si chiama anche kumquat ed è una bella pianta ornamentale di dimensioni ridotte, apprezzata per i suoi bei frutti arancioni che sono anche perfettamente commestibili, per quanto dal sapore un po’ particolare per chi si aspetta il mandarino classico. Il genere del mandarino cinese è noto come “fortunella”. La pianta può essere coltivata o a partire dai semi (sconsigliato, in quanto molto difficile in appartamento o in terrazzo) o con innesto o ancora con l’acquisto diretto, visto che si tratta comunque di una specie molto comune che è facile trovare presso i vivai o anche presso i negozi della grande distribuzione. La differenza sostanziale di questa pianta rispetto agli altri agrumi è che durante l’inverno entrano in letargo non immettendo più né gemme né germogli. In questo modo sono in grado di sopravvivere anche ai climi temperati freddi, addirittura sotto lo zero, in molti casi. Naturalmente non si tratta di condizioni ideali: il mandarino cinese infatti cresce bene solo con estati calde, con temperature superiori ai 25° gradi in modo da raggiungere un perfetto sviluppo sia vegetativo che riproduttivo.4 Il kumquat va tenuto bene al sole, ma riparato sia dal vento che dalla grandine; il terreno perfetto ha un buon contenuto di sostanza organica. È molto comune praticare la potatura del mandarino cinese per dargli la forma desiderata, il caratteristico “ombrello”; è necessario inoltre rimuovere con cura i “succhioni”, i rami che crescono molto rapidamente ma non danno frutto e richiedono molta linfa. È consigliabile eseguire la zappatura del terreno intorno al mandarino cinese circa 3-4 volte l’anno per favorire il passaggio dell’acqua e il drenaggio e aerare le radici. Il kumquat va annaffiato circa una volta alla settimana, senza eccedere. Infine, bisogna rinvasare ogni 3-4 anni quando il mandarino è giovane e ogni 5-6 da adulto, in primavera.