Il lavoro degli amanuensi

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Gli amanuensi erano delle persone incaricate di copiare testi e di scrivere interi volumi a mano. Si trattava principalmente di monaci che si dedicavano in primo luogo ai testi sacri. Dopo l’editto di Costantino (313 d.C.) in cui si proclamava la libertà di culto del cristianesimo, furono sempre più gli studiosi della scrittura. Questo portò a una richiesta sempre maggiore di libri e in quell’epoca, l’unico modo per farne delle copie era riscriverli a mano.Fu così che nacque la figura dell’amanuense. Questi erano incaricati di copiare innumerevoli libri. Non solo testi religiosi, ma anche opere di poeti, naturalisti, storici, di lingua greca o latina, e talvolta anche libri profani. È grazie alla loro opera che sono arrivati fino a noi libri che altrimenti sarebbero andati perduti. Il loro lavoro era estenuante. Potevano scrivere in media una decina di pagine al giorno: Alcuni libri richiedevano anche un anno di lavoro per essere completamente trascritti.Gli amanuensi erano solitamente esonerati da alcune preghiere per poter lavorare il più possibile nelle ore di luce. Stavano così a lungo sempre seduti a scrivere, che molte volte dovevano sopportare i crampi nelle mani.Lavoravano nello scriptorium, una sala dedicata alla scrittura, molto illuminata. Non tutti i monasteri però, disponevano dello scriptorium, costringendo i monaci a lavorare nei refettori o nelle loro celle, anche con poca illuminazione.Come detto, gli amanuensi copiavano il testo, ponendo molta cura nella qualità della scrittura, mentre le decorazioni venivano effettuate dai miniaturisti che trasformavano le pagine in veri e propri capolavori artistici, utilizzando oro zecchino a 24 carati. Solitamente adornavano le lettere iniziali dei vari capitoli e inserivano piccole immagini nel testo. Una volta rilegati, i libri diventavano delle opere d’arte. La copertina era spesso in cuoio e abbellita con sbalzi d’argento o d’oro lavorato a mano.