Il falso filatelico

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Terrore di ogni filatelista che si rispetti è il falso filatelico, tipo di frode basata appunto sulla falsificazione di un francobollo fatta o per aumentare il valore nominale dell´esemplare oppure per farlo passare per una variante rara (ad esempio in Italia sono molto frequenti i falsi di Gronchi Rosa).Non sempre però il falso filatelico è semplicemente l´espressione di un intento criminoso: in alcuni casi il livello è talmente alto, come accade spesso anche per le opere d´arte, da rappresentare una forma di espressione a sé degna di collezionismo. Ne sono un esempio perfetto i falsi del tipografo pisano naturalizzato francese Giovanni Desperati, conosciuto come Jean De Sperati, figlio di falsari e assoluto maestro delle tecniche di stampa. Si tratta di veri falsi d´arte filatelica, concentrati soprattutto su francobolli celebri della prima metà del ventesimo secolo (i primi numeri di San Marino, Capo di Buona Speranza). La sua stamperia vendeva le riproduzioni all´1% del valore di mercato dell´originale.Il falso può quindi essere “per posta”, cioè creato per frodare l´amministrazione postale, con risultati in alcuni casi estremamente interessanti, come i falsi di propaganda, che sono regolarmente quotati sui cataloghi di settore, e “per collezionisti”, diretti appunto al mercato dei filatelisti. Anche qui, però, bisogna distinguere: i “falsi integrali” sono copie appunto integrali senza alcun valore di altri francobolli; i “falsi parziali” sono francobolli che vengono trasformati in valori analoghi che però un maggiore grado di rarità; ad esempio con soprastampe false o scolorimento chimico per raggiungere il colore di una varietà pregiata (come ad esempio proprio il Gronchi Rosa). Si può falsificare anche l´annullo, soprattutto in quei casi dove il francobollo usato è più raro di quello nuovo (ad esempio per ritiro dal mercato dei valori emessi o rivolgimenti politici e di governo).