Il calcio totale

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“Calcio totale” è un’espressione che in genere viene legata soprattutto all’Ajax, al Barcellona e alla Nazionale olandese nei primi anni ’70, e che trova il suo interprete più celebre in Johan Cruijff, pur avendo la sua origine già nella rappresentativa austriaca a inizio secolo e nelle squadre guidato da Jack Reynolds e soprattutto Rinus Michels, l’allenatore che più di ogni altro consacrò nel mondo questo modulo difficile e affascinante. Nel calcio totale, le posizioni in campo sono in sostanza “mobili”, cioè non appena un giocatore si sposta dalla sua zona designata di campo arriva un compagno a sostituirlo, in modo da non alterare la propria disposizione tattica; è necessario perciò avere giocatori di duttilità estrema, grande acume tattico e preparazione fisica perfetta. Infatti un attaccante può trovarsi a giocare come difensore e viceversa. Nel calcio totale c’è spesso pressing a tutto campo da parte di attaccanti e centrocampisti, e difesa a zona praticata dai difensori, coi terzini che sovente spingono sulla fascia palla al piede per crossare una volta arrivati all’altezza dell’area avversaria. L’attaccante nel calcio totale è un attaccante “moderno”, che torna spesso a coprire e impedisce le situazioni di inferiorità numerica. Di solito il 4-3-3 è il modulo che si accompagna alle prime versioni del calcio totale, e lo stesso portiere, invece di essere avulso dal gioco e impegnarsi solo a rispondere ai tiri avversari, agisce quasi come un libero giocando anche il pallone coi piedi. Il tiki-taka portato al successo soprattutto da Pep Guardiola è in un certo senso l’evoluzione del calcio totale, meno mobile e più affidato alle grandi abilità di palleggio soprattutto dei giocatori della Liga spagnola, con continui passaggi corti e rasoterra per obbligare l’avversario a un pressing costante (e quindi a un dispendio di energie notevole).