Il 4-3-3

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Uno dei moduli più “offensivisti” del calcio moderno, il 4-3-3 è stato portato al successo da numerose squadre, ultima la Roma di Rudi Garcia che nel campionato di Serie A 2013/2014 ha raggiunto risultati straordinari: il Brasile del ’62, il Barcellona di Cruijff e di Guardiola, la Juventus di Lippi, il Chelsea di Ancelotti – e, in genere, tutte le squadre allenate da Zdenek Zeman, che di questo modulo è uno degli interpreti più fedeli. Nel 4-3-3 vengono naturalmente schierati quattro difensori, tre centrocampisti e tre attaccanti; i terzini devono essere propositivi e dotati di notevoli capacità sia di corsa che di cross, pronti spingere fino al fondo e a ripiegare in fretta. Cruciale la figura del regista centrale, che detta il gioco e i tempi ai compagni di squadra, mentre gli interni di centrocampo hanno doti più fisiche che tecniche e devono essere pronti a inserirsi. Vista la presenza di un centravanti e di due ali pure d’attacco, nel 4-3-3 non sempre l’attaccante centrale è un giocatore di grande forza fisica, ma spesso è dotato di grandi doti di palleggio e abilità nella costruzione del gioco; addirittura nel 4-3-3 del Barcellona di Guardiola trionfava la figura del “falso nueve”, ruolo di Messi o di Fabregas, giocatori in realtà liberi di spaziare per tutto il capo senza dare riferimenti agli avversari. Il 4-3-3 può essere giocato a vertice alto e a vertice basso; nel primo caso si tratta dello schema classico con il mediano davanti alla difesa, due mezzali, due esterni offensivi e un centravanti, nel secondo i mediani sono due e c’è un centrocampista offensivo; il primo è alla base del 4-1-4-1, mentre il secondo passa da un 4-2-3-1 in fase di possesso a un 4-4-1-1 in fase di non possesso, con gli esterni che si abbassano a supporto della difesa.