I trenini

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Il ferromodellismo, reso celebre in Italia dall’opera di Italo Briano negli anni Cinquanta, è una delle discipline più affascinanti e complete nel panorama del modellismo. Si tratta in fatti di una passione che non implica soltanto la riproduzione, comunque perfetta, di locomotive e vagoni, ma anche la realizzazione di caratteristici diorami volti a ricostruire alla perfezione una porzione di tratto ferroviario, con scene statiche e plastici di grande suggestione.Per realizzare i modelli di locomotive e vagoni, alcuni preferiscono optare per l’autocostruzione, soprattutto con l’uso di ottone in fogli; qui la scala può arrivare a grandi dimensioni, addirittura 1/2 per chi costruisce modelli artigianali “da giardino”. In Italia i marchi più noti per la produzione industriale sono Rivarossi e Lima, da qualche anno passati a gruppi stranieri per la crisi che ha colpito il settore.I trenini elettrici possono essere alimentati e controllati con sistemi analogici o digitali, nel primo caso con corrente continua (da 12 volt) e nel secondo con corrente alternata (14 volt). Il controllo digitale, caratterizzato da una maggior costo ma anche da una superiore flessibilità, si è diffuso a partire dagli anni ’80 e si basa su decoder installati nei mezzi di trazione, oltre a controllare alcuni sistemi separati come le luci, i suoni eccetera.Anche nel ferromodellismo l’attenzione al contesto storico è massima, tanto che si è preferito suddividere gli anni in diverse epoche per quanto riguarda le caratteristiche tecniche di impianti e rotabili o le differenze estetiche negli edifici, nelle livree, nella segnaletica. Le sei epoche, indicate con numeri romani, vanno rispettivamente dal periodo iniziale della storia della ferrovia, cioè dall’inizio dell’800 agli anni ’20 del 1900, e poi di vent’anni in vent’anni, fino all’Epoca VI che va dal secondo quinquennio del Duemila fino a oggi, con le imprese private e l’abbandono delle locomotive elettriche reostatiche.