Fotocamere bridge

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851 0 Fotografia  le bridge

Le fotocamera bridge sono un settore di mercato relativamente recente, anche se il primo esemplare appartenente a questa categoria, l’Olympus IS 1000, è del 1990. Vengono anche indicate come fotocamere “prosumer” oppure “superzoom” e uniscono alla praticità di una fotocamera compatta la possibilità di intervenire su impostazioni e settaggi tipica di una reflex: esposizione, controllo della profondità di campo, apertura del diaframma e così via. Il nome “bridge”, infatti, sta per “ponte”e rivela la natura di queste macchine, che è proprio quella di unire due mondi apparentemente opposti. Rispetto a una reflex, le bridge presentano quindi la comodità e la compattezza di design che permette grande libertà d’uso nelle situazioni più disparate. Naturalmente l’altra faccia della medaglia è un costo significativamente superiore a quello delle compatte, e anche gli accessori (spesso specifici per ciascun modello anche per particolari caratteristiche costruttive dell’apparecchio) non di rado hanno prezzi importanti. Ci sono poi da considerare le barriere derivate dalla facilità d’uso, non immediata come nelle compatte: spesso i principianti, che acquistano una bridge perché la ritengono più adatta ai loro scopi rispetto a un apparecchio più semplice, se ne pentono non appena si rendono conto di tutte le impostazioni e funzionalità avanzate non proprio immediate. In compenso, le bridge hanno in media lenti di maggiore qualità, materiali migliori, stabilizzatore incorporato per evitare l’effetto mosso, in gran parte il supporto al formato RAW che garantisce una qualità dell’immagine superiore; in più è possibile montare aggiuntivi ottici. La principale differenza con le reflex, ovviamente, rimane l’impossibilità di cambiare obiettivo, perché quasi tutte le prosumer hanno lente con un attacco fisso. Lo zoom in dotazione su una bridge può arrivare anche alle dimensioni di teleobiettivo medio o super, anche fino a 1200 mm di distanza focale (è il caso della Canon SX50).