Spesso colpevolmente sottovalutato dallo sportivo, lo stretching è un’attività essenziale da compiersi sia prima che dopo l’allenamento. Il riscaldamento è una parte importantissima di una sessione in palestra, perché l’allungamento muscolare previene gli infortuni ai tessuti connettivi e migliora la flessibilità. I gruppi muscolari da allungare dipendono naturalmente dall’allenamento che si intende fare, anche se esistono molti esercizi full-body che è bene ricordarsi sempre prima dell’allenamento. Il modo migliore per sapere che cosa allungare è affidarsi a un esperto di postura, soprattutto per chi è già uno sportivo avanzato e può avere muscolatura sovrautilizzata e quindi accorciata ma anche quella sovra-allungata per la predominanza dei gruppi muscolari antagonisti. Lo stretching può essere statico o dinamico; nel primo si tiene la muscolatura in posizione di allungamento per periodi di tempo più o meno prolungati, mentre nello stretching dinamico si provvede all’allungamento dei muscoli dei gruppi scelti con movimenti a diverse velocità, che possono essere medie, lente o veloci. Entrambi vanno praticati in un giusto mix; lo stretching dinamico è più simile ai nostri movimenti di tutti i giorni e per alcuni è forse più efficace, ma va fatto con attenzione, senza esagerare con la velocità e soprattutto in maniera corretta per prevenire infortuni e strappi. Al momento di praticare lo stretching è necessario curare molto la respirazione. Di norma la nostra muscolatura istintivamente si rilassa al momento dell’espirazione mentre si contrae quando inspiriamo o tratteniamo il respiro. Per questo possiamo usare la respirazione a nostro vantaggio, per controllare lo stretching e armonizzarlo con i nostri ritmi. Per praticare lo stretching è importante essere abbigliati con vestiti comodi, che concedano la massima libertà di movimento, e dedicare il giusto tempo a ciascun esercizio, senza voler strafare e passare subito all’allenamento vero e proprio o alla sua fine.
