Una collezione di libri antichi ha un valore molteplice: uno monetario, che può essere davvero molto alto (i codici più rari del Medioevo hanno quotazioni da capogiro); e uno di cultura, in quanto si tratta pur sempre di “media” in grado di veicolare preziosissimi contenuti. Per questo è una delle collezioni di maggior successo tra studiosi ed eruditi, capaci di passare intere giornate a girare per mercatini, antiquari, fiere di settore o vecchie biblioteche private alla ricerca di edizioni rare.Non è un settore facile, e per diventare esperti è necessaria una dimestichezza non soltanto con la letteratura (o con i diversi campi del sapere di cui si vogliono raccogliere le opere), ma con l’archivistica, la ricerca bibliografica e il mercato editoriale e tipografico. Una stessa opera può avere valutazioni diversissime a seconda dell’edizione, anche a distanza di poco tempo.In compenso è un mondo estremamente affascinante, con tanti elementi apprezzabili anche per il neofita: dalla bellezza dei frontespizi alle legature, dalle annotazioni sulle copie dei lettori nei secoli (alcuni illustri, se non addirittura l’autore stesso) all’emozione di scoprire, se si è proprio fortunati, testi che si credevano scomparsi da secoli.Oltre a una competenza bibliografica notevole, da affinare anno dopo anno e specializzata nei settori desiderati, al collezionista di libri è richiesta anche la possibilità di disporre di un locale adatto alla conservazione dei diversi esemplari, che possono essere delicatissimi e aver bisogno di meno contatto possibile con la luce, niente umidità e protezione dai tarli e dagli altri parassiti che danneggiano irreparabilmente la fragilissima carta logora dagli anni. Per gli esemplari più preziosi sarà necessaria una teca, ma per qualsiasi cinquecentina e seicentina autentica (le prime copie a stampa, cioè, di un testo, prodotto agli albori dell’invenzione gutenberghiana) non basterà comunque una semplice libreria ma servirà un locale controllato.
