Arte cinese

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Le lunghe dinastie cinesi e giapponesi portarono ciascuna i propri elementi distintivi nella storia dell’arte, compresi mobili e suppellettili di vario tipo: per questo motivo l’antiquariato orientale è uno dei più vari e affascinanti che oggi si possa presentare agli occhi del collezionista. I mobili orientali, soprattutto cinesi, nei secoli aumentano d’altezza perché sino al sesto secolo dopo Cristo la maggior parte delle attività quotidiane venivano svolte dagli uomini seduti o inginocchiati su piattaforme basse denominate “kang”. Le stesse, ricoperte da materassi e da cuscini, servivano anche per dormire. Tra il sesto e il decimo secolo, con l’avvento delle dinastie Sui, Tang e delle cinque Dinastie le cose cominciano a cambiare, grazie anche ai maggiori scambi e confronti tra culture diverse. Appaiono sgabelli e sedie, letti più alti, mobili più simili come dimensioni ai nostri (anche se non si abbandonerà mai del tutto la tradizione di sedere o inginocchiarsi sul kang). Si diffondono inoltre le tecniche di intarsio e laccatura, che arrivano a livelli di imparagonabile maestria capaci di stupire ancora oggi. Successivamente, con la prosperità garantita dalla dinastia Song si diffusero intarsi in avorio e linee curve, ma i grandi cambiamenti arrivarono prima con la dinastia Ming – che governò dal quattordicesimo al diciassettesimo secolo, con mobili dalle linee pure, semplici, eleganti e delicate – e poi la dinastia Qing o Manciù, dove il mobile cinese raggiunse la sua massima espressione prima dell’avvento dello stile occidentale. Gli oggetti d’antiquariato delle dinastie Ming e Qing sono i più celebri e pregiati, esemplari di un alto antiquariato ormai difficile da trovare se non a prezzi esorbitanti: già all’epoca, infatti, erano rivolti soprattutto ai membri delle famiglie più ricche e influenti. Da considerare, infine, le varie riproduzioni – anch’esse eseguite con tecnica sopraffina – dei mobili antichi cinesi realizzate da artisti moderni.